Erano tutti imputati d’associazione per delinquere e bancarotta fraudolenta, oltre che d’altri reati, in particolare di natura fiscale, nel frattempo caduti in prescrizione.

Si tratta dell’imprenditore coriglianese – un tempo rivenditore d’autovetture di lusso – Pietro detto “Pierino” Russo, di 58 anni, della moglie Maria Carmela Greco, di 59, delle figlie, Carmela Russo, di 41, e Donatella Russo, di 32, dei generi dei coniugi Russo, Carmelo Luzzi, di 41, e Damiano Zottolo, di 32, e del dipendente della famiglia Russo, Alfonso Di Gregorio, di 59.

Nella giornata di ieri, dinanzi ai giudici del primo collegio penale del Tribunale di Castrovillari (presidente Annamaria Grimaldi) s’è concluso il processo di primo grado nei loro confronti, connesso proprio all’attività di rivendita auto della famiglia Russo, la “Auto Russo” appunto, ch’era ubicata lungo la Via Provinciale coriglianese di Corigliano-Rossano e che ora non c’è più.

Ne sono usciti tutti assolti.

Il processo era cominciato svariati anni fa. L’indagine, condotta dall’ex sostituto procuratore di Rossano, Guido Quaranta, era infatti partita proprio dall’ex tribunale rossanese, oramai chiuso da un decennio.

Pierino Russo era stato detenuto in carcere, in custodia cautelare, per 6 mesi ad Aosta, il genero Carmelo Luzzi invece per 6 mesi era stato assegnato agli arresti domiciliari.

Gl’imputati sono stati difesi dagli avvocati Giovanni Antonio Scatozza, Damiano Libonati e Fulvio Campolo del foro di Castrovillari.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 40 giorni. redazione@altrepagine.it 

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