Caro direttore, erano mesi che sottolineavi il malessere che serpeggia nella gente di Corigliano-Rossano, quindi, di riflesso, negli amministratori che la rappresenta. Credo che la tua intelligenza e il tuo acume politico e giornalistico non circoscrivano alle sole “evidenze” della lettera inviata al Sindaco, le difficoltà vissute da quest’Amministrazione in questi pochi anni di governo.

La storia la si scrive se ci si sente di esserne parte, altrimenti si diventa mero soldatino di parvenza.

Oggi ho seguito, su Raitre, uno speciale sulla “Notte della Repubblica” di Sergio Zavoli. Una vecchia pagina di tale meraviglioso programma che parlava della storia della P2 e di Licio Gelli, il quale da semplice responsabile dell’industria di materassi Permaflex ne divenne socio coi fratelli Lebole sino a diventare capo di un ramo d’azienda con 1000 operai. 

I fratelli Lebole per premiarlo gli regalarono la loro enorme e bellissima villa, che Licio Gelli chiamò “Villa Wanda” in onore di sua moglie.

Lì si scrisse la storia dell’Italia a partire dalla fine degli anni ’60. La storia con la “s” minuscola!

Ho voluto fare questo riferimento per sottolineare che ogni volta che, nel tempo, a politici, magistrati, giudici e responsabili e capi di forze dell’ordine e di corpi armati, si chiedesse di Gelli o della P2, tutti facevano a gara nel rinnegare la conoscenza e l’eventuale appartenenza, eppure la P2 fu quella che, nei contorni storici ancora da riscrivere, governò e diresse l’economia, gestì la politica sino a paventare il malevolo golpe Borghese.

Ho voluto fare questo lungo preambolo per dire che la Storia, quella con la “S” maiuscola, la si scrive se si ha, nel bene e nel male, un obiettivo da raggiungere e, il nuovo Consiglio e la nuova Amministrazione avevano tale onere ed obbligo, scrivere la Storia. Ma per scriverla ci vogliono le idee, ci vuole la cultura della vita, e – perché no! – anche quella dello studio. 

Ci vuole la contezza della realtà, l’appartenenza alla società nella quale si vive, l’umiltà di credere di esserne parte attiva, altrimenti, in mancanza di tali strumenti, si è costretti a scrivere la nostra pochezza, i nostri interessi, le nostre squallide verità nelle quali diventa finanche poi facile rinnegare il passato.

Come sta succedendo in queste confuse ore.

Quel palazzo di cristallo che ci era stato promesso che doveva diventare la “Casa comunale”, non solo non lo è mai diventato, ma esso stesso mi da l’impressione della “Villa Wanda” di Gelli dove a scriversi non era la storia di una città unica, ma piccoli paragrafetti per accrescere delimitate realtà, a dimostrazione di come inutile, ancora oggi, è parlare di fusione!

Ci sarebbe tanto da dire, ma ti annoierei.

Concludo solo dicendo che il tradimento della fusione nasce nello stesso giorno in cui si è proposta. 

Una fusione vacua, inutile, senza senso e senza visioni condivise, senza programmi, senza percorsi di idee condivise, senza partecipazione.

La gestione della stessa fusione in tale anarchia, non poteva che non dare tale esito.

Un esito infausto, al di là del risultato, e che ricalca i tempi bui della P2 che accennavo, dove tutto si tramava nel buio, e quando si chiede a qualcuno se per davvero esista una “seconda Repubblica” (una città “fusa”) anche gli affiliati alla loggia (consiglieri e assessori) rinnegano.

È come successo ed a breve succederà alla nostra città dove “appassionati” consiglieri o pseudo tali che dell’appartenenza hanno fatto vanto ed orgoglio, sono ora pronte/i, rinnegando le loro appartenenze, a rivestirsi di nuova fulgida gloria calpestando quel progetto di città unica che è morto ancor prima di nascere, pur di accedere ad uno scranno di Assessore o di Vice Sindaca (a!)!

Sono sempre stato contro questa fusione, e il tempo, purtroppo, mi ha dato ragione!

Scusami dello sfogo, della lunghezza e delle parole, ma mi sento nauseato.

Con la solita stima.

Lettera firmata

SCRIVICI: direttore@altrepagine.it 

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