Tra le nuove tendenze tecnologiche emerse negli ultimi tempi, quella della realtà virtuale (ma anche della realtà aumentata) è senza dubbio una delle frontiere a cui appassionati e tecnici guardano con maggiore interesse, anche in virtù delle sue molteplici applicazioni.
L’estensione sensoriale generata dall’utilizzo di queste nuove strumentazioni è già stata sperimentata con successo in diversi settori professionali e non solo. In questo articolo vedremo in che modo la realtà virtuale e quella aumentata hanno rivoluzionato in Italia e nel mondo il modo di fare turismo e cultura. Il Bel Paese, come noto, è la nazione dove insiste il numero più alto di siti patrimonio dell’UNESCO, ovvero quei luoghi di particolare interesse culturale (ma anche naturale) promossi dall’agenzia delle Nazioni Unite che fanno dell’Italia una delle mete più popolari e scelte da tutti i viaggiatori internazionali.
Esempi di esperienze immersive nei vari luoghi d’arte oggi sono reperibili in pratica in quasi tutte le regioni, dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, passando per la Pinacoteca di Brera a Milano, per finire ai Fori e al Colosseo di Roma e fino al Parco archeologico di Pompei. Ma l’ausilio della realtà virtuale e aumentata non rappresenta soltanto un utile strumento di cui il turista beneficia nel corso della sua visita a questo o quel museo; di più, questo tipo di innovazione tecnologica si è rivelata maggiormente preziosa anche per quanti operano nello studio delle civiltà del passato.
Anche in Calabria tutti i maggiori siti museali ed archeologici, tra cui quello archeologico della Sibaritide o il più famoso Museo della Magna Grecia di Reggio, si stanno adoperando per venire incontro alle nuove esigenze dei tempi moderni, adottando sempre più strumenti tecnologici a supporto delle attività di scavo, catalogazione e ricerca. Anche in questo settore come già sperimentato negli anni passati in altri campi, dal mondo dei giochi online con il casino live di Betway fino al comparto medico con le attività a servizio della chirurgia di precisione, la ricostruzione virtuale di scenari (grazie anche all’introduzione della realtà virtuale e aumentata) supporterà sia il curatore e i tecnici nella predisposizione del loro lavoro e gli utenti finali nell’esperienza globale di visita.
Il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, ad esempio, nell’ultimo anno ha siglato una partnership con l’Università di Messina per lo studio e la creazione di un app dedicata ai Bronzi di Riace con la quale l’utente ha la possibilità di partecipare a trecentosessanta gradi a quelle che sono state negli anni settanta le attività di rinvenimento delle due famose statue, simbolo della Calabria nel mondo. Con questa esperienza immersiva viene ricreata una sorta di macchina del tempo e l’utente, grazie al digitale, può scoprire e conoscere la storia dei due guerrieri greci.
Altri progetti analoghi sono in cantiere in tutti i musei della Regione, grazie alla collaborazione di enti, istituzioni e università. La speranza è di poter vedere al più presto la loro realizzazione, così da dare maggior slancio a tutto il comparto turistico locale che, a tutti gli effetti, rappresenta il vero motore economico di questi territori.