Dopo il primo exploit di successo degli autonomisti, dalla politica cittadina e dal municipio solo silenzio. La “provocazione” dell’ex sindaco rossanese Mascaro e le reazioni 

A meno di 48 ore dalla raccolta delle prime oltre 200 firme per sostenere la Proposta di legge regionale d’iniziativa popolare finalizzata alla scissione dell’attuale città unica di Corigliano-Rossano

e al conseguente ritorno all’autonomia comunale da parte delle ex città di Corigliano Calabro e di Rossano (LEGGI QUI), sono molti i commenti popolari sui social network che hanno cominciato a dividere i cittadini tra favorevoli e contrari, ma, tra gli stessi commentatori social, non v’è traccia di presa di posizione ufficiale da parte d’esponenti della politica né delle istituzioni cittadine.

Eccetto quella dell’ex sindaco rossanese Stefano Mascaro, l’ultimo primo cittadino di Rossano prima della fusione con Corigliano. Il quale su Facebook scrive:

«Si è dato inizio al percorso inverso per dividere le due città di Corigliano e di Rossano.

Tra i tanti amici presenti c’era un grande assente, la politica, e molti altri ancora che al nostro tempo scrivevano articoli enciclopedici o pipponi infiniti… dove sono finiti?

Abbiamo pagato, credo, il prezzo più alto dopo solo 18 mesi di amministrazione e lo abbiamo fatto volentieri, ma da molti che hanno indicato alla politica regionale (ottusa e miope) percorsi sbagliati e scorciatoie pericolose, mi aspetterei un atto di umiltà e di responsabilità anche fuori tempo massimo.

Stiamo sciupando un grande sogno, io ci credo ancora!».

Stefano Mascaro

È stato provocatorio e provocatore, Mascaro, il quale, rispondendo poi a un commento sotto il suo post, ha precisato:

«Parlo del governo comunale:

ha diviso le due città se il sentimento prevalente è il pentimento generale»

Ed è una verità, quella dell’ex sindaco: ma solo una delle (tante) verità…

Tra i commentatori del post, la provocazione di Mascaro viene colta, altrettanto provocatoriamente, da un vecchio volpone della stessa politica rossanese, vale a dire l’ex sindaco Tonino Caracciolo, mentore del volpino Flavio Stasi, l’attuale giovane sindaco di Corigliano-Rossano: 

«Caro Stefano, fummo uniti nel sostenere la fusione. Lo saremo per continuare a farlo.

Ma una curiosità. Ho cercato e non ho trovato le motivazioni della richiesta di scissione. Pregherei i sostenitori di farcele conoscere»

A quel punto abbiamo deciso di “scendere in campo” pure noialtri: 

«Qualcuna puoi domandarla al tuo caro amico sindaco, pare ne abbia un po’, ma non saprei dirti se ne sarà lieto…».

Caracciolo e Stasi

Sulla nostra stessa scia, ma da posizioni nettamente differenti circa la fusione (noi abbiamo infatti già firmato per la scissione), la dottoressa Maria Grazia Sapia, rossanese, figlia d’un rossanese illustre qual è stato il compianto preside Giovanni Sapia, candidata al Consiglio comunale, ma non eletta, alle prime elezioni amministrative di Corigliano-Rossano nella primavera del 2019: 

«Il problema è che questa opportunità è capitata nelle mani peggiori della nostra storia politica, al punto di far desiderare il ritorno al passato con tutte le sue conseguenze».

Ma è davvero tutta e solo colpa del sindaco Stasi e della sua amministrazione?

Il dibattito è aperto… direttore@altrepagine.it   

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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