Poco più d’un anno fa – era il 10 marzo del 2022 – il proprietario d’una casa rurale disabitata fa una singolare scoperta.
All’interno di quel suo immobile, che si trova fra le contrade Fabrizio Piccolo e Pirro Malena di Corigliano-Rossano, trova un trolley di colore blu contenente “roba” né sua né dei propri familiari. L’uomo allerta i carabinieri.
I militari in forza alla Sezione operativa e radiomobile del Reparto territoriale dell’Arma, effettuato il sopralluogo, appureranno che si tratta di “roba” oggetto d’un furto compiuto assai di recente. E ovviamente la sequestrano. Vittima del furto, regolarmente denunciato, è il noto avvocato rossanese Mario Rotondo, padre dell’avvocato e consigliere comunale di Corigliano-Rossano Domenico Rotondo.
L’avvocato Mario Rotondo
In quella refurtiva c’è pure un cospicuo numero di cartucce di vario calibro per fucili e pistole. Nel corso del loro sopralluogo, i detective della Benemerita proprio davanti a quella casa di campagna vicino al mare trovano e sequestrano il bossolo calibro 7,65 d’un colpo esploso proprio lì davanti.
L’avvocato e consigliere comunale Domenico Rotondo
L’avvocato Rotondo, titolare di porto d’armi, viene subito convocato in caserma per essere sentito a sommarie informazioni. Riconosce come proprio il munizionamento trovato, ma rivela agl’investigatori che all’“appello” ne manca diverso altro.
Dopo qualche giorno il professionista viene riconvocato. E in questa occasione, tra l’altro, riferisce pure che il figlio nei giorni antecedenti il furto aveva notato alcuni passaggi “sospetti” nei pressi di casa loro. Già. Gli strani e insistenti “giri” d’una Fiat Uno di colore rosso, di cui il figlio ha appuntato il numero di targa. E che l’avvocato comunica agli stessi carabinieri.
Non solo. Il professionista infatti, con tale “pulce nell’orecchio”, in quei giorni aveva prestato una certa attenzione, e nei giorni successivi aveva notato proprio quella Fiat Uno rossa mentre guadagnava l’accesso alla corte di un’abitazione di contrada Fabrizio Piccolo. Come appurato dai carabinieri, si tratta dell’abitazione del 40enne pregiudicato Giorgio Arturi.
Giorgio Arturi
C’è di più. In quegli stessi giorni, l’avvocato Rotondo, cui oltre alle munizioni erano stati rubati pure due motocicli, si rivolse ad un elettrauto della città per far installare un apparato di geo-localizzazione Gps a bordo della propria autovettura, temendone il furto. Proprio davanti a quell’officina si registra un clamoroso colpo di scena:
la Fiat Uno rossa con quel numero di targa era infatti lì, parcheggiata.
Rotondo allora chiese al titolare dell’officina chi fosse il proprietario di quella macchina. E si scopre che quella vecchia utilitaria era in uso al 21enne Francesco Le Pera (nella foto d’apertura), il fidanzato della figlia di Giorgio Arturi.
Dallo scorso 6 dicembre, Le Pera ed Arturi sono indagati dalla Procura distrettuale Antimafia di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri. Il “genero” quale esecutore materiale, il “suocero” quale organizzatore assieme ad altre tre persone dell’omicidio di stampo ‘ndranghetista del 57enne pregiudicato di Schiavonea di Corigliano-Rossano Pasquale Aquino detto ‘u spusatu, ucciso a colpi di pistola e mitraglietta calibro 7,65 davanti casa sua il 3 maggio dell’anno scorso.
L’omicidio di Pasquale Aquino
Le Pera è in carcere proprio dal 6 dicembre, mentre Arturi era già dietro le sbarre, dai primi d’agosto, per un’estorsione mafiosa compiuta assieme ad un altro pregiudicato in danno del titolare d’un locale di Piazzetta Portofino, sempre a Schiavonea, fatto per il quale è stato già fissato il processo per il 12 aprile prossimo. direttore@altrepagine.it