Massima pena al capo degli zingari cassanesi Franco Abbruzzese per il duplice omicidio Cristaldi-Nucerito del 1999. L’ex boss rossanese oggi “pentito” Nicola Acri ha accusato pure il boss coriglianese Filippo Solimando

CATANZARO – “Fine pena mai”: ergastolo, il secondo inflitto a Franco Abbruzzese alias “Dentuzzo” (in foto a destra), 53 anni, il capo ‘ndrangheta degli zingari della frazione Lauropoli di Cassano Jonio.
La condanna alla massima pena prevista dall’ordinamento italiano è giunta ieri da parte dei giudici della Corte d’Assise d’appello di Catanzaro (presidente Carlo Fontanazza), al termine del processo per il duplice omicidio di Giuseppe Cristaldi e Biagio Nucerito, trucidati a colpi di kalashnikov il 6 gennaio del 1999 a Cassano.
Il boss Abbruzzese è dal 2009 recluso nel braccio di massima sicurezza del carcere di Rebibbia a Roma, in regime di 41-bis.
Assieme a Dentuzzo” è stato condannato – a 13 anni e mezzo di reclusione – il suo complice reo confesso:
si tratta dell’ex capo ‘ndrina di Rossano, Nicola Acri alias “Occhi di ghiaccio” (nella foto d’apertura, a sinistra), 44 anni, un tempo fedelissimo alleato degli zingari cassanesi e dal 2021 collaboratore di giustizia.
Acri ha goduto dello sconto di pena accordato ai “pentiti”.

La sede della Corte d’Assise d’appello di Catanzaro
Decisive ai fini della condanna di Abbruzzese, sono state proprio le dichiarazioni di Acri, il quale nel corso del dibattimento in Corte d’Assise d’appello ha accusato pure il 53enne boss coriglianese Filippo Solimando d’aver fatto parte del commando killer che più di 24 anni fa ammazzò Cristaldi e Nucerito.

“Occhi di ghiaccio” e Solimando
Solimando – che sta scontando una condanna definitiva a 20 anni per associazione mafiosa e narcotraffico intercontinentale ed è recluso al 41-bis nel carcere di Opera a Milano – non era però imputato nel processo per il fatto di sangue dell’Epifania del ’99. direttore@altrepagine.it