Residenti tra Cassano, Corigliano-Rossano, Castrovillari, Spezzano Albanese, Altomonte, San Sosti e San Donato di Ninea

ROMA – La Procura distrettuale Antimafia di Roma ha formulato nei loro confronti, a vario titolo, accuse che vanno dal traffico illecito di rifiuti a diversi reati ambientali, fino alla corruzione.

Al centro della maxi-inchiesta che vede indagate numerose persone, figura il 53enne imprenditore originario di Cassano Jonio e residente ad Altomonte Giuseppe Borrelli (foto), da tempo detenuto agli arresti domiciliari (ne avevamo scritto QUI e QUI).

Ma ci sono anche altre persone residenti nel comprensorio della Sibaritide-Pollino:

Damiano De Santo, 68enne di Castrovillari, Carlo Buono, 53enne di Altomonte, Angelo Maria Carriuolo, 55enne di Spezzano Albanese, Domenico Civale, 45enne di Cassano, Salvatore Luigi Di Callo, 63enne di Cassano, Domenico Gagliardi, 49enne di Cassano, Mario Martucci, 54enne di San Sosti, Francesco Orlando, 44enne di Corigliano-Rossano, Domenico Parise, 38enne di San Donato di Ninea, Vincenzo Rago, 41enne di Cassano.

Tutti, in questi giorni, hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei loro confronti spiccato dai magistrati inquirenti della Procura capitolina.

Lo scorso mese di luglio, su disposizione della Direzione distrettuale Antimafia romana, la polizia aveva eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di Borrelli e di un’altra persona.

Il provvedimento giudiziario si fondava sullo sviluppo delle risultanze investigative che erano emerse nell’ambito di un’altra inchiesta dell’Antimafia di Roma, riguardante un’associazione a delinquere dedita al traffico illecito di rifiuti, a reati contro l’ambiente e alla truffa ai danni dello Stato, con al centro sempre la figura di Borrelli. direttore@altrepagine.it