Dopo la pronuncia della Cassazione, il Tribunale del riesame di Catanzaro ha annullato la misura cautelare in carcere che gli era stata applicata quasi 6 mesi fa

CATANZARO – Il suo nome figura tra i 25 arrestati nell’ambito della maxi-inchiesta anti-‘ndrangheta ed antidroga su scala internazionale ed intercontinentale “Gentlemen 2”, scattata all’alba dello scorso 5 giugno in esecuzione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, su richiesta della Procura distrettuale Antimafia che appena qualche giorno fa ha chiuso le indagini preliminari nei confronti degl’indagati (leggi QUI).

Secondo l’accusa, il 33enne pregiudicato coriglianese Daniele Caravetta (foto), avrebbe fatto parte di un’associazione operativa nel settore del traffico di sostanze stupefacenti in ambito internazionale (Spagna e Marocco) ed intercontinentale (Sud America).

Le accuse dell’Antimafia a Caravetta

A Caravetta viene contestato d’avere svolto, assieme al 41enne Francesco Cimino, il ruolo di “uomo di fiducia” del 50enne ex consigliere comunale di Corigliano Calabro Angelo Caravetta, assumendo un ruolo dinamico con proposte per la gestione degli affari rientranti nel piano organizzativo dell’intero gruppo.

Daniele Caravetta, mediante una microspia che era stata piazzata a bordo dell’autovettura in uso all’ex consigliere comunale, è stato infatti intercettato mentre discuteva con Angelo Caravetta e Francesco Cimino, d’una trattativa con soggetti foggiani e d’un programma di importazione di marijuana dalla Spagna, rivelando modalità d’approvvigionamento, di trasporto, costi e quantitativi dello stupefacente gestito.

Il ricorso in Cassazione

Contro l’accusa di partecipazione associativa, Daniele Caravetta aveva proposto ricorso al Tribunale del riesame di Catanzaro, che lo scorso 29 giugno aveva confermato l’ordine di custodia cautelare in carcere.

Anche tale decisione è stata impugnata da Caravetta davanti alla suprema Corte di Cassazione, i cui giudici, all’esito dell’udienza che s’era tenuta lo scorso 4 ottobre, avevano accolto il ricorso presentato dal suo difensore, l’avvocato Pasquale Di Iacovo del foro di Castrovillari, e di conseguenza avevano annullato con rinvio per nuovo esame l’accusa inerente il grave reato associativo.

L’avvocato Di Iacovo

In particolare, il cassazionista coriglianese aveva esposto nel ricorso molteplici incongruità della motivazione con la quale erano stati ritenuti non fondati i rilievi che la difesa aveva mosso in relazione alla capacità dimostrativa delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, di rappresentare la partecipazione di Daniele Caravetta all’associazione dedita al narcotraffico internazionale ed intercontinentale.

Rispediti dalla Corte di Cassazione gli atti al Tribunale del riesame di Catanzaro per un nuovo esame, all’esito dell’udienza che s’è tenuta giovedì 23 novembre scorso, è stata dunque accolta anche la richiesta avanzata dall’avvocato Di Iacovo d’annullamento del reato d’associazione finalizzata al narcotraffico internazionale ed intercontinentale.

Il Tribunale di Catanzaro

Daniele Caravetta ha pertanto lasciato il carcere di Cosenza per tornare completamente libero. redazione@altrepagine.it

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com