Accolto il ricorso degli avvocati Pasquale Di Iacovo e Cesare Badolato per ben 10 capi d’accusa

CATANZARO – Se non fosse detenuto in regime di “carcere duro” del 41-bis perché condannato in primo grado a 16 anni di reclusione nel maxi-processo anti-‘ndrangheta “Kossa”, oggi sarebbe un uomo libero.

Parliamo del ritenuto boss di ‘ndrangheta di Cassano Jonio Pasquale Forastefano detto L’animale o Il pazzo (foto), 36 anni, il cui nome spicca tra i 25 arrestati nell’ambito della maxi-inchiesta antidroga su scala internazionale ed intercontinentale “Gentlemen 2 scattata all’alba dello scorso 5 giugno in esecuzione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, su richiesta della Procura distrettuale Antimafia.

Le 10 pesanti accuse nei suoi confronti in “Gentlemen 2

Secondo l’accusa, avrebbe capeggiato un’associazione operativa nel settore del traffico di sostanze stupefacenti e delle armi in ambito internazionale (Spagna e Serbia) ed intercontinentale (Sudamerica).

In particolare, a Forastefano viene contestato d’aver diretto l’associazione assieme al 45enne Nicola Abbruzzese detto Semiasse, assumendo un ruolo decisionale ella gestione di tutte le trattative inerenti l’importazione d’armi e di colossali quantitativi di hashish, eroina e cocaina dal Sudamerica e dall’Europa centro-balcanica.

Tramite una rogatoria internazionale, le autorità giudiziarie francesi, olandesi e belghe, coordinate da Europol ed Eurojust, avevano hackerato un server della società americana Sky-Ecc, mediante la quale soggetti di tutto il mondo avrebbero scambiato messaggi al riparo dalle intercettazioni delle forze dell’ordine.

E, secondo l’accusa, tra gli utilizzatori d’un “criptofonino” Sky-Ecc vi sarebbe stato anche lui, che avrebbe utilizzato l’avveniristico apparecchio rivelando modalità d’approvvigionamento, di trasporto, costi e quantitativi dello stupefacente e delle armi importate.

Il ricorso in Cassazione degli avvocati Di Iacovo e Badolato

Contro l’accusa di direzione dell’associazione e degli altri capi d’imputazione – complessivamente una decina – riguardanti le importazioni di droga ed armi da tutto il mondo, l’indagato aveva proposto ricorso al Tribunale del riesame di Catanzaro, che lo scorso 3 luglio aveva confermato l’ordine di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti.

Tale decisione è stata impugnata davanti alla suprema Corte di Cassazione, i cui giudici, lo scorso 15 dicembre, avevano accolto integralmente il ricorso presentato dagli avvocati Pasquale Di Iacovo del foro di Castrovillari e Cesare Badolato del foro di Cosenza, e di conseguenza avevano annullato con rinvio per nuovo esame tutti e dieci i capi d’accusa contestati all’indagato.

L’avvocato Pasquale Di Iacovo

Gli avvocati Di Iacovo e Badolato avevano esposto nel loro ricorso in Cassazione molteplici incongruità della motivazione con la quale erano stati ritenuti non fondati i rilievi che la difesa aveva mosso in relazione alla capacità dimostrativa delle intercettazioni telefoniche ed ambientali di rappresentare con certezza l’utilizzo del “criptofonino” Sky-Ecc da parte di Forastefano.

Nella giornata di ieri, in esito al nuovo giudizio davanti al Tribunale del riesame di Catanzaro, che ha tenuto conto delle indicazioni dei giudici della Cassazione, è stato accolto il ricorso degli stessi avvocati Di Iacovo e Badolato, disponendo l’immediata liberazione di Forastefano per la maxi-inchiesta “Gentlemen 2”. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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