Per il 46enne Giuseppe Curino è comunque caduta l’aggravante mafiosa contestata dal pubblico ministero della Direzione distrettuale Antimafia di Milano: da ieri è tornato in libertà

BUSTO ARSIZIO – Lo scorso 29 novembre, assieme ad altri due coriglianesi, era stato condannato per estorsione, in primo grado, dal Tribunale di Milano (leggi QUI).

E ieri, il 46enne coriglianese Giuseppe Curino (foto) a quella condanna a 2 anni e sei mesi di reclusione ne ha sommato un’altra a 1 anno e otto mesi (pena sospesa), inflittagli sempre in primo grado dai giudici del Tribunale di Busto Arsizio che l’hanno giudicato colpevole, assieme ad altri, per turbativa d’asta.

Nel processo, celebratosi dinanzi al collegio penale presieduto dalla giudice Rossella Ferrazzi (a latere Daniela Frattini e Marco Montanari) nel Palazzo di Giustizia del Varesotto, Curino era imputato per un’estorsione e per due turbative relative ad aste immobiliari tenutesi proprio in quel Tribunale.

Per l’estorsione contestata e uno dei due episodi riferiti alle aste è uscito assolto, mentre per il terzo capo d’imputazione ha buscato la condanna per avere a suon d’intimidazioni scoraggiato alcune persone che intendevano partecipare all’asta immobiliare finita nelle attenzioni investigative della sostituta procuratrice Sara Ombra della Direzione distrettuale Antimafia di Miliano, titolare tanto di quest’inchiesta quanto dell’altra giunta a sentenza nel Tribunale milanese alla fine di novembre.

Il Tribunale di Milano

Come nel recente processo che l’ha visto imputato a Milano, per Curino è caduta l’aggravante mafiosa del reato contestata dalla pubblico ministero Ombra. Reato che lo vedeva infatti coinvolto unitamente ad alcuni ritenuti esponenti della cosca di ‘ndrangheta attiva ed operante in quel di Busto Arsizio e facente capo alla famiglia Gioffrè di Seminara in provincia di Reggio Calabria, in particolare a Pietro Santo Garzo e al figlio Michele Garzo, loro condannati nel processo rispettivamente a 7 e a 5 anni di carcere.

«Per il mio assistito è emersa una vicenda decisamente più contenuta rispetto alle prospettazioni della Direzione distrettuale Antimafia di Milano», ha commentato il difensore di Curino, l’avvocato Antonio Femia del foro di Roma;

«adesso attendiamo le motivazioni della sentenza per valutare il ricorso in appello», ha concluso il legale.

Motivazioni che saranno depositate entro i prossimi 60 giorni.

Frattanto, Curino, il quale era detenuto agli arresti domiciliari a Corigliano-Rossano nella contrada San Nico dove risiede, da ieri è tornato in libertà, poichè il collegio giudicante, nel dispositivo della sentenza, ha dichiarato la perdita d’efficacia della misura cautelare in atto nei suoi confronti. direttore@altrepagine.it 

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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