CORIGLIANO-ROSSANO – Tre persone appartenenti a un medesimo nucleo familiare destinatarie d’altrettante misure cautelari che impongono loro il divieto d’avvicinamento ai luoghi frequentati da una quarta persona, anch’ella loro familiare ed affetta da disabilità.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari ha applicato loro il braccialetto elettronico.

Sono gravemente indiziate d’avere posto in essere una serie di condotte violente nei confronti della vittima, un uomo di 45 anni.

Le indagini sono state condotte dai carabinieri della Stazione del centro storico coriglianese, ove si sono verificati i fatti risalenti a qualche settimana fa, col coordinamento della Procura castrovillarese.

I tre avevano diffuso un deplorevole video su WhatsApp, che riproduceva il disabile mentre veniva picchiato con una cinghia e senza remore da più persone:

immagini raccapriccianti, che avevano scosso molte coscienze e creato l’indignazione di diversi utenti del popolare social network, alcuni dei quali avevano subito denunciato l’accaduto ai carabinieri.

Il Tribunale di Castrovillari

Le indagini sul “caso” e la vittima collocata in una struttura protetta

Acquisito il video e seguendo le indicazioni della Procura, esso era poi divenuto oggetto di un’accurata analisi finalizzata – in prima battuta – a identificare tutti i protagonisti della triste vicenda, e poi per appurare quali fossero le prove per dimostrare le loro responsabilità.

Gli approfondimenti dei militari, agli ordini del tenente colonnello Marco Filippi comandante del Reparto territoriale dell’Arma, avevano aperto uno spaccato desolante.

Perché il disabile maltrattato era stato trovato in una condizione di disagio estremo, connotato soprattutto da un evidente stato di denutrizione e d’abbandono, ciclicamente sottoposto a percosse e privato d’ogni sostegno economico, nonostante percepisse la pensione d’invalidità.

Dalle stesse attività investigative erano poi emersi gli elementi di prova posti a sostegno delle accuse per i maltrattamenti che vengono addebitati ai suoi familiari.

La vittima è stata allontanata dal contesto dove viveva e collocata in una struttura protetta capace di sostenerlo e di venire incontro a quelle che sono le sue esigenze, per consentirgli di vivere una vita quanto più dignitosa possibile. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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