Sulla condanna del 49enne rossanese Mario Petrini, arrestato stamane dai carabinieri, s’è recentemente pronunciata in via definitiva la Cassazione

È stato arrestato questa mattina verso le 12 dai carabinieri del Reparto territoriale di Corigliano-Rossano che l’hanno ammanettato, condotto in caserma per le formalità di rito e poi tradotto in carcere a Castrovillari.

Dove dovrà scontare la pena inflittagli in forza della condanna a 8 anni di reclusione per rapina, divenuta definitiva proprio in questi giorni a seguito della pronuncia da parte dei giudici della suprema Corte di Cassazione. 

Si tratta del 49enne rossanese Mario Petrini. L’uomo, assieme a un complice, rapinò l’ufficio postale della Marina di Schiavonea, a Corigliano-Rossano, nel mese di maggio del 2017.

La dinamica della “ricca” rapina alle Poste

Nella circostanza criminale, due persone, coi volti completamente travisati, avevano fatto irruzione nell’ufficio postale durante la pausa pranzo, quando all’interno v’erano rimasti soltanto i dipendenti e un cliente. L’assalto era stato da film. I due uomini, che indossavano guanti, passamontagna e tute da lavoro, erano entrati dal bagno, dopo aver praticato un buco nella parete confinante con un magazzino non utilizzato da tempo. S’erano serviti oltre che dei classici attrezzi, anche d’un ariete artigianale di consistenti dimensioni.

Una volta penetrati all’interno, avevano minacciato tutti i presenti puntando loro alla testa delle pistole e s’erano fatti consegnare tutti i contanti del Postamat e della cassaforte: 

un bottino di ben 171 mila euro, che avevano infilato in delle buste di plastica per la spesa. 

Per avere il tempo necessario alla fuga, avevano legato tutti con delle fascette di plastica e delle corde, scappando dal buco nella parete da dove erano entrati.

Le indagini dei carabinieri

Giunti poco dopo sul posto, i carabinieri avevano delimitato immediatamente tutta la zona, effettuando un accurato sopralluogo sulla scena del crimine. I detective avevano rinvenuto nel magazzino attiguo all’ufficio postale le due tute da lavoro e l’ariete utilizzati dai malviventi.

Effettuati i rilievi necessari per risalire ad eventuali tracce di Dna, il materiale era stato inviato al Raggruppamento investigazioni scientifiche di Messina per gli accertamenti del caso e la comparazione con la Banca dati nazionale del Dna.

Erano stati sentiti a sommarie informazioni tutti i presenti, visionate le registrazioni delle telecamere presenti nel raggio di parecchie centinaia di metri dal luogo del reato, ed analizzati i tabulati telefonici.

Importanti riscontri erano stati ottenuti sia dai tabulati telefonici, sia dai risultati pervenuti oltre due anni dopo dal Ris di Messina, poiché nel primo caso veniva evidenziata nell’arco orario della rapina la presenza d’alcuni rossanesi che s’erano già resi responsabili qualche mese dopo questa rapina di un’altra con le stesse modalità all’ufficio postale di Bocchigliero, nel secondo caso gli accertamenti scientifici del Ris avevano riscontrato – senza possibilità d’errore – sul polsino d’una delle due tute, tracce genetiche appartenenti proprio al 49enne Mario Petrini, che venne così arrestato dai carabinieri il 30 gennaio del 2020.

Nel corso delle varie fasi processuali l’uomo era tornato in libertà, uno status interrotto proprio stamane dai carabinieri del maggiore Marco Filippi. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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