Dopo una telefonata ricevuta dall’ex consigliere comunale e provinciale di Cosenza Piercarlo Chiappetta, cognato del senatore Occhiuto, l’ex consigliere di Corigliano proferisce parole pesantissime assieme al suo compagno di viaggio finito in carcere con lui

Sono le ore 11,14 del 27 agosto 2020. La Volkswagen Tiguan del 50enne ex consigliere comunale coriglianese Angelo Caravetta è in viaggio lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria nei pressi dello svincolo per Montalto Uffugo a una velocità di 145 chilometri orari.

Non “sfugge” nulla alle intercettazioni telefonico-ambientali effettuate dalla guardia di finanza su disposizione della Procura distrettuale Antimafia di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri. 

Caravetta è alla guida e in auto a fianco a lui c’è Francesco Pasquale Cimino, il 31enne arrestato assieme a lui e ad altre 23 persone lunedì mattina nell’ambito della maxi-inchiesta “Gentlemen 2” sui colossali traffici internazionali ed intercontinentali di droga dei narcos jonici della Sibaritide legati a doppio filo con la “supercosca” di ’ndrangheta Abbruzzese-Forastefano di Cassano Jonio che governa col pugno di ferro ogni affare sporco nel vasto comprensorio che comprende Corigliano-Rossano e tutte le altre sue realtà urbane. 

L’ex politico coriglianese finito in carcere riceve una telefonata da un altro politico, di Cosenza. Dall’altro capo dell’apparecchio è infatti Piercarlo Chiappetta, 55enne ex consigliere comunale e provinciale di Cosenza, di professione commercialista, cognato dell’ex sindaco di Cosenza ed attuale senatore di Forza Italia Mario Occhiuto.

Chiappetta, nell’ottobre del 2021, davanti ai giudici del Tribunale di Cosenza, ha patteggiato la sua condanna a 2 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta, a seguito del crac per milioni di euro di tre società da lui amministrate.

La telefonata ricevuta da Caravetta su una delle sue due utenze – entrambe “spiate” dagl’inquirenti – è coperta dal segreto investigativo, e Chiappetta non ci risulta essere indagato.

Chiusa la telefonata, Francesco Cimino chiede a Caravetta:

«La Santelli sta morendo? Non muore più?!»  

E Caravetta gli risponde:

«Speriamo che muore sta ciota fricata… a quest’ora dovevo essere dentro la Regione… ‘sta puttana di merda»

Meno di due mesi dopo, il 15 ottobre, la presidente della Regione Calabria Jole Santelli, eletta a gennaio di quell’anno, morirà in conseguenza del proprio male incurabile.

È noto che, alle elezioni del 2020, per il Centrodestra calabrese ad aspirare alla candidatura a presidente della Regione fosse l’attuale senatore Mario Occhiuto, ma che il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi gli preferì la parlamentare di lungo corso ed ex sottosegretaria dei suoi governi.

Nel caso alla presidenza fosse stato candidato Mario Occhiuto, il cognato Chiappetta, con ogni probabilità, sarebbe stato non solo candidato ma pure eletto consigliere regionale. E, con ogni probabilità, Chiappetta aveva garantito a Caravetta un incarico nella propria futura struttura istituzionale. Ecco spiegato il “senso” delle bestemmie, degli epiteti e delle ingiurie proferiti dal Caravetta politico e presunto narcotrafficante.

Chiappetta si candida poi, senza successo, alle elezioni d’ottobre 2021 che videro eletto l’attuale presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, fratello di Mario.

Pur non essendo diventato consigliere regionale, il politico cosentino intercettato con Caravetta ha un incarico proprio in Regione: 

è il presidente del Dipartimento Transizione digitale ed Attività strategiche.

Caravetta, che proprio per lui s’era ovviamente “speso” parecchio in campagna elettorale, per il momento ha trovato posto in carcere a Cosenza… direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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