L’ente avvia la procedura di decadenza della concessione demaniale del lido di famiglia “La balera” e il vecchio capobastone rossanese alza le mani al dirigente Castiglione 

CORIGLIANO-ROSSANO – Torna a far parlare di sé il vecchio boss di ‘ndrangheta rossanese Salvatore Morfò, 65 anni (foto), che dà il nome alla ‘ndrina Acri-Morfò oggi scompaginata dopo il “pentimento” del superboss Nicola Acri alias “Occhi di ghiaccio”, 43 anni, che oramai dalla tarda primavera del 2021 collabora con la giustizia. 

Il vecchio capobastone fino a ieri era uomo libero, dopo i lunghi periodi di detenzione carceraria degli anni passati, dovuti alle sue condanne per associazione mafiosa ed altri reati.

Già, fino a ieri pomeriggio. Quando, verso le 14,30, i poliziotti della Squadra giudiziaria in forza al Commissariato cittadino diretto dal vicequestore Giuseppe Zanfini, si sono presentati al suo cospetto, nella sua abitazione di contrada Piragineti, per ammanettarlo di nuovo e condurlo nei loro uffici.

Il Commissariato di polizia cittadino

A Morfò la polizia ha notificato un’ordinanza applicativa della misura cautelare agli arresti domiciliari, per il preteso reato di tentata estorsione.

Il provvedimento giudiziario è stato richiesto dal sostituto procuratore di Castrovillari, Antonino Iannotta, ed emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale della città ai piedi del Pollino, Simone Falerno.

Il Tribunale di Castrovillari

La clamorosa vicenda

La ritenuta vicenda estorsiva, questa volta, ha però del clamoroso “inedito”. Sì, perché dall’altra parte della barricata non c’è alcun imprenditore o commerciante estorto, e la ritenuta vittima è, nientepocodimenochè, un ente pubblico:

il Comune di Corigliano-Rossano, nella persona del suo dirigente Francesco Castiglione, 55 anni, ingegnere.

Morfò, accompagnato da suo figlio Domenico, un paio di settimane fa s’era presentato nell’ufficio del dirigente, ubicato nel palazzo dell’ex ghiacciaia nel centro storico rossanese, per esprimere le proprie “energiche rimostranze” sull’avviata procedura di decadenza della concessione demaniale in capo a sua figlia, relativa allo storico lido balneare proprio della famiglia Morfò, “La balera”, ubicato in una parte centralissima del Lungomare di Sant’Angelo.

Sembrerebbe che il boss abbia messo addirittura le mani addosso all’ingegnere Castiglione, poi “salvato” dall’intervento dell’assessore Mauro Mitidieri e della presidente del Consiglio comunale Marinella Grillo. 

Palazzo Bianchi nel centro storico coriglianese è la sede municipale di Corigliano-Rossano

La richiesta di Morfò al dirigente – condita da pesanti minacce – era ovviamente quella di ritirare la procedura di decadenza della concessione demaniale in capo alla figlia.

Quanto accaduto è poi finito in un’articolata denuncia alla polizia da parte del dirigente pubblico, che ha raccontato agl’investigatori tutti gli “annessi” e i “connessi” relativi alla complessa vicenda amministrativa. E da qui è scattata l’indagine coordinata dalla Procura castrovillarese, che ieri è scaturita nel provvedimento del giudice a carico di Morfò.  

“La balera”

Lo stabilimento balneare “La balera”, poco più d’un anno fa, era stato sequestrato dalla guardia costiera a causa d’alcune opere abusive ch’erano state effettuate sull’area demaniale concessa.

Di recente, però, era stato dissequestrato e consegnato al Comune, le opere abusive erano state demolite, e i Morfò avrebbero voluto riaprire i battenti.

Nelle settimane che hanno preceduto il blitz di Morfò nell’ufficio del dirigente Castiglione, pare che tra la parte privata e il Comune vi sia stata una lunga diatriba proprio in merito alla concessione per l’attività balneare de ”La balera”. Adesso se ne parlerà in Tribunale. Morfo è difeso dall’avvocato Giovanni Zagarese. direttore@altrepagine.it   

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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