COSENZA – Il “fattaccio” risale allo scorso inverno, per la precisione al mese di febbraio.

Il “fatto”, invece, è di ieri. Un uomo di Corigliano-Rossano, infatti, poco più di ventiquattr’ore fa, è finito in manette con la pesante accusa di violenza sessuale.

Ad arrestarlo è toccato ai carabinieri della Compagnia di Rende, e, in particolare, ai militari in forza alla Stazione del piccolo comune di Lattarico, che mesi fa avevano avviato le indagini, coordinate dalla Procura di Cosenza, per il presunto caso di grave violenza che si sarebbe verificato proprio in quella zona.

L’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari è stata spiccata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale cosentino, Claudia Pingitore, su richiesta del sostituto procuratore Bianca Maria Battini.

L’arrestato è un notissimo imprenditore coriglianese di 61 anni, Luigi detto “Gino” Spezzano, ingegnere, titolare d’una impresa appaltatrice pubblica per l’illuminazione in vari comuni, tra cui proprio Corigliano-Rossano.

L’ingegnere Gino Spezzano

La sua presunta vittima è invece una ragazza di 25 anni, anch’ella di Corigliano-Rossano, e, al tempo, sua dipendente.

Il pranzo in un ristorante, poi la presunta violenza con la droga dello stupro

Presunta vittima e ritenuto carnefice avevano pranzato assieme nel ristorante d’un agriturismo-centro benessere di Lattarico. Poi il dopo-pranzo, nella camera prenotata dall’uomo. Dalle indagini dei carabinieri è emerso che la ragazza sarebbe stata prima stordita con della sostanza stupefacente – la cosiddetta “droga dello stupro” Ghb – contenuta in una bottiglietta d’acqua che le era stata offerta dall’uomo, e che l’avrebbe fatta cadere in uno stato confusionale permettendo allo stesso di consumare un rapporto sessuale completo.

La ragazza era stata poi trovata, da sola, e scioccata, dopo ore, dai proprietari della struttura ricettiva preoccupati di non averla vista andar via con l’uomo. Era stata poi soccorsa dal 118 e trasportata in ambulanza nell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, per le opportune visite ed alcuni esami.

I carabinieri, frattanto, scoprivano che, nel 2015, Spezzano era stato denunciato da una ragazza, addirittura minorenne.

L’imprenditore, ovviamente, è da considerarsi innocente fino all’ultimo grado d’un eventuale futuro processo nei suoi confronti. redazione@altrepagine.it

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