I giudici del Riesame gli hanno negato la libertà. Il prossimo 31 agosto nei laboratori del Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri a Messina si terranno degli accertamenti tecnici irripetibili disposti dalla Procura di Cosenza che indaga sul caso 

CATANZARO – È recluso agli arresti domiciliari da 19 giorni. Da quando, la mattina di venerdì 4 agosto scorso, i carabinieri della Compagnia di Rende, e in particolare gli uomini in forza alla Stazione del piccolo comune di Lattarico, gli hanno notificato l’ordinanza applicativa della misura cautelare disposta nei suoi confronti dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cosenza, Claudia Pingitore, su richiesta del sostituto procuratore cosentino Bianca Maria Battini (leggi QUI).

Il notissimo imprenditore ed ingegnere Luigi detto “Gino” Spezzano, 61 anni (foto), originario di San Giorgio Albanese, ma oramai coriglianese d’adozione poichè operante da anni a Corigliano con la propria impresa appaltatrice per il servizio d’illuminazione pubblica in vari comuni, tra cui proprio quello di Corigliano-Rossano, è accusato del gravissimo reato di violenza sessuale. Aggravato ancor più dall’ipotesi d’avere usato il “Ghb”, vale a dire l’acido gamma-idrossibutirrico, la cosiddetta “droga dello stupro“, proprio per consumare quel rapporto carnale senza consenso per come denunciato dalla sua presunta vittima, una ragazza coriglianese di 25 anni – assistita e difesa dall’avvocato Maria Sammarro – che da ottobre del 2022 e fino allo scorso mese di febbraio aveva lavorato con lui come segretaria. 

Il presunto fatto-reato

Lo svolgimento dei fatti in cui s’inserirebbe il supposto turpe e vile reato, risale proprio a sei mesi addietro, quando la presunta vittima e il ritenuto carnefice avevano pranzato assieme nel ristorante d’un agriturismo-centro benessere ubicato nel piccolo comune di Lattarico, nell’entroterra cosentino-rendese. 

Ne era seguito un “dopo”, in una camera della stessa struttura ricettiva prenotata dall’imprenditore e datore di lavoro della ragazza, previo “stordimento” di quest’ultima con quello stupefacente, con ogni probabilità contenuto in una bottiglietta d’acqua che le era stata offerta dall’uomo già prima d’avviarsi da Corigliano e che l’avrebbe fatta cadere in uno stato confusionale permettendogli di consumare un rapporto sessuale completo. 

La ragazza era stata poi trovata, da sola e scioccata, dopo ore, dai proprietari di quel residence preoccupati di non averla vista andar via con l’uomo. Era stata soccorsa dal 118 e trasportata in ambulanza nell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza per le opportune visite ed alcuni esami.

L’udienza di mercoledì scorso davanti ai giudici del Riesame

Accompagnato dal suo difensore – l’avvocato Ettore Zagarese – mercoledì 16 agosto scorso Spezzano è comparso dinanzi ai giudici del Tribunale del Riesame di Catanzaro, cui lo stesso legale aveva formalizzato un motivato ricorso finalizzato all’annullamento dell’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari disposta dal gip di Cosenza, e, quindi, al riottenimento della libertà personale da parte dell’imprenditore. Che i giudici cautelari di secondo grado gli hanno però negato, rigettando i termini del ricorso.

Gino Spezzano deve dunque rimanere agli arresti.

Il Tribunale di Catanzaro

Frattanto, proprio stamane, i carabinieri hanno notificato all’indagato nell’appartamento dello Scalo coriglianese in Via Santo Stefano ov’è ristretto agli arresti, oltre che al suo avvocato, un atto giudiziario relativo ad accertamenti tecnico-biologici non ripetibili, che sono stati richiesti dall’ufficio di Procura cosentino ai carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche di Messina (Ris) e che si terranno in quei laboratori specialistici di Biologia nella giornata del prossimo 31 agosto.

Spezzano è da considerarsi innocente fino all’ultimo grado d’un eventuale futuro processo nei suoi confronti. direttore@altrepagine.it 

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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