Il cadavere crivellato di colpi d’arma da fuoco è stato trovato stamane vicino alla sua motocicletta da enduro 

CORIGLIANO-ROSSANO – Ammazzato. A colpi d’arma da fuoco, proprio come si conviene in un omicidio di ‘ndrangheta.

È stato trovato stamane, in una zona di campagna di contrada Stranges, al confine tra Corigliano-Rossano e Mirto-Crosia, il cadavere del pregiudicato 49enne rossanese Carmine Morello detto ‘U Righiarar. L’uomo era misteriosamente scomparso 26 giorni fa, lo scorso 9 agosto, da una rivendita di motociclette d’un suo amico ubicata lungo la Strada statale 106 nel Rossanese (leggi QUI, QUI e QUI).

Dapprima è stata trovata la sua motocicletta da enduro, che giaceva sotto delle lamiere. E il cadavere è stato rinvenuto a poca distanza dalla moto, dai carabinieri del Reparto territoriale di Corigliano-Rossano diretti dal maggiore Marco Filippi immediatamente richiamati sul posto.

Il personaggio

Condannato a 6 anni e otto mesi per associazione mafiosa ed altro nel maxi-processo anti-‘ndrangheta “Stop”, dopo la sua detenzione in carcere da qualche anno era tornato libero.

Da ultimo, lo scorso 2 luglio, nell’ambito di quello stesso processo, aveva ottenuto l’assoluzione definitiva in Cassazione per il reato più grave che gli veniva contestato:

il tentato omicidio di Antonio Manzi detto Tom tom, che il 26 dicembre del 2002 la ‘ndrangheta rossanese allora emergente sotto la “fibbia” di Nicola Acri detto Occhi di ghiaccio, aveva tentato d’eliminare.

A distanza d’oltre 20 anni è tutto cambiato. Proprio colui il quale fu il capo-‘ndrina di Morello ’U Righiarar, vale a dire Acri Occhi di ghiaccio, dall’estate del 2021 ha “saltato il fosso” diventando collaboratore di giustizia.

Perchè ‘U Righiarar è stato eliminato?

Una chiave di lettura che sarebbe emersa in questi 26 giorni d’indagini da parte dei carabinieri, è che ‘U Righiarar da qualche tempo fosse stato “scaricato” da chi oggi detiene il comando della ‘ndrina rossanese, e che anche lui avesse deciso di seguire le “orme” di Occhi di ghiaccio, cioè la strada del “pentimento”, della collaborazione con la giustizia.

Possibile che Morello avesse confidato o palesato in qualche modo questa sua ipotetica intenzione a qualcuno di cui si fidava. E di cui invece non doveva fidarsi. Qualcuno, insomma, l’avrebbe tradito. E la ‘ndrangheta, avendo “saputo” anzitempo, ha così giocato d’anticipo, eliminandolo silenziosamente prima che potesse “cantare”.

Del ritrovamento del cadavere sono stati subito informati il procuratore di Castrovillari, Alessandro D’Alessio, e il procuratore distrettuale Antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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