CASTROVILLARI – Ha gridato ancora una volta la propria innocenza. Assistito dai suoi difensori di fiducia, gli avvocati Giuseppe Bruno del foro di Paola e Giuseppe Vena del foro di Castrovillari, ha ribadito, al cospetto d’un altro giudice, che lui nel fatto che la Procura gli contesta non c’entra proprio niente, di non saperne niente e di non avere ancora capito sulla base di che cosa ne sia accusato.

Al pregiudicato 44enne coriglianese Salvatore Lagano (foto), alle 13 di oggi è toccato di nuovo di comparire davanti a un giudice per le indagini preliminari, dal vicino carcere dove da oltre due mesi è detenuto, nel Tribunale di Castrovillari.

Il 2 agosto l’aveva interrogato il gip Simone Falerno, che, a seguito del fermo per tentato omicidio ordinato dal sostituto procuratore Veronica Rizzaro, gli aveva confermato la misura cautelare in carcere, la cui esigenza era stata ribadita a settembre dai giudici del Tribunale del riesame, a Catanzaro. 

Il Tribunale di Castrovillari

Oggi, invece, Lagano è stato sentito dal gip Biagio Politano, che lunedì sera, sempre su richiesta del pubblico ministero Rizzaro, proprio nel carcere di Castrovillari gli aveva fatto notificare una nuova e diversa ordinanza applicativa della misura cautelare carceraria. Già, ma stavolta con la ben più grave accusa d’omicidio. Lagano è incriminato per la morte di Cosimo Costa, il fruttivendolo 49enne coriglianese rimasto vittima d’un ferocissimo pestaggio a sangue lo scorso giugno e deceduto il 19 settembre, tre mesi dopo quel terribile fatto.

Cosimo Costa

L’inchiesta coordinata dal pm Rizzaro è condotta dai carabinieri della Sezione operativa del Reparto territoriale di Corigliano-Rossano diretto dal tenente colonnello Marco Filippi, che si sono avvalsi anche d’intercettazioni telefoniche e ambientali “mirate”. 

L’indagato ha ribadito quel che aveva dichiarato già ad agosto

Al cospetto del gip Politano, stamane Lagano ha praticamente ribadito quanto aveva dichiarato ad agosto al giudice Falerno (leggi qui la cronaca: Corigliano-Rossano, tentato omicidio del fruttivendolo Costa: Lagano nega tutto).

Gli altri due indagati attualmente a piede libero

Nel registro degl’indagati, assieme a lui, adesso compaiono altre due persone, attualmente a piede libero:

i fratelli Leonardo Campana, di 58 anni, e Franco Campana, di 56, entrambi coriglianesi e noti alle forze dell’ordine (difesi dagli avvocati Giacinto D’Urso e Antonio Marino). Il magistrato inquirente ritiene i fratelli Campana complici nella “spedizione punitiva” ai danni di Costa (Corigliano-Rossano: Cosimo Costa ammazzato di botte per un debito di 10 mila euro?).

La sede di Comando del Reparto territoriale dei carabinieri di Corigliano-Rossano

Le indagini sulla morte di Costa sono tutt’altro che concluse, mentre gli avvocati d Lagano annunciano che a breve formalizzeranno il loro ricorso al Tribunale della libertà di Catanzaro. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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