Il 41enne coriglianese s’è visto annullare (con rinvio) dalla Cassazione l’ordinanza di custodia cautelare in carcere

ROMA – Il suo nome figura tra i 25 arrestati (leggi QUI) nell’ambito della maxi-inchiesta antidroga su scala internazionale ed intercontinentale denominata “Gentlemen 2”, scattata all’alba del 5 giugno dell’anno scorso in esecuzione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Procura distrettuale Antimafia.

Secondo l’accusa, il 41enne coriglianese Francesco Pasquale Cimino detto Franco (foto in alto) avrebbe fatto parte di un’associazione operativa nel settore del traffico di sostanze stupefacenti in ambito internazionale (Spagna e Marocco) ed intercontinentale (Sudamerica).

Le accuse nei suoi confronti mosse dalla Procura Antimafia

In particolare, a Franco Cimino era stato contestato di aver svolto il ruolo di uomo di fiducia del 52enne ex consigliere comunale coriglianese Angelo Caravetta, assumendo un ruolo dinamico con proposte per la gestione degli affari rientranti nel piano organizzativo dell’intero gruppo.

Cimino, mediante una microspia ch’era stata piazzata a bordo dell’autovettura in uso proprio all’ex consigliere comunale, è stato infatti intercettato mentre discuteva con Angelo Caravetta d’una trattativa con soggetti foggiani e di un programma d’importazione di marijuana dalla Spagna, rivelando modalità d’approvvigionamento, di trasporto, costi e quantitativi dello stupefacente gestito.

Inoltre, sempre mediante la stessa microspia piazzata a bordo dell’autovettura in uso all’ex consigliere comunale, Cimino è stato intercettato mentre discuteva con Angelo Caravetta d’un programma d’importazione di cocaina dal Sudamerica gestito dalla supercosca di ‘ndrangheta di Cassano Jonio facente capo alle famiglie Abbruzzese e Forastefano con l’ausilio del 50enne coriglianese presunto broker mondiale della cocaina, Claudio Cardamone.

A sinistra Claudio Cardamone, a destra Angelo Caravetta: entrambi sono detenuti in carcere

Grazie sempre alla microspia piazzata a bordo dell’autovettura in uso all’ex consigliere comunale, Cimino è stato infine intercettato mentre trasportava insieme ad Angelo Caravetta e al 31enne coriglianese Davide Paldino, due approvvigionamenti di sostanza stupefacente.

Davide Paldino è agli arresti domiciliari

I ricorsi di Cimino al Riesame e in Cassazione

Contro l’accusa di partecipazione associativa, Franco Cimino aveva proposto ricorso al Tribunale del riesame di Catanzaro, che lo scorso 29 giugno aveva confermato l’ordine di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti.

Anche tale decisione è stata impugnata da Cimino davanti alla suprema Corte di Cassazione, i cui giudici, all’esito dell’udienza tenutasi l’altro ieri, ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Pasquale Di Iacovo del foro di Castrovillari e di conseguenza ha annullato, con rinvio per nuovo esame, l’accusa inerente al grave reato associativo.

L’avvocato Di Iacovo

In particolare, il cassazionista coriglianese aveva esposto nel ricorso molteplici incongruità della motivazione con la quale erano stati ritenuti non fondati i rilievi che la difesa aveva mosso in relazione alla capacità dimostrativa delle intercettazioni telefoniche ed ambientali di rappresentare la partecipazione di Cimino all’associazione dedita alle importazioni di droga da territori internazionali ed intercontinentali.

Adesso per Cimino dovrà ri-pronunciarsi il Tribunale del riesame catanzarese, i cui giudici potrebbero restituirgli la libertà personale come già accaduto per altri indagati di “Gentlemen 2”. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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