A capo della rete di presunti spacciatori, Vincenzo e Pasquale Aquino, figlio e nipote di Pasquale Aquino ucciso in un agguato davanti casa una settimana fa
Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Castrovillari, Simone Falerno, nel pomeriggio odierno ha inflitto 8 condanne ad altrettanti imputati per spaccio di droga, tutti di Corigliano-Rossano, nell’ambito del processo denominato “Portofino”.
Complessivamente 24 anni di carcere a quante, tra le 14 persone coinvolte, hanno optato per il rito abbreviato o il patteggiamento.
I “signori” delle tre principali piazze di spaccio della città
Si tratta dei ritenuti “signori” delle piazze di spaccio di droga della città, dieci dei quali erano finiti in carcere e agli arresti domiciliari all’alba dello scorso 25 settembre, in forza di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari Lelio Festa su richiesta del sostituto procuratore Flavio Serracchiani, a seguito di un’intensa e capillare attività investigativa svolta dalla Squadra giudiziaria del Commissariato di polizia cittadino guidato dal vicequestore aggiunto Cataldo Pignataro.
I detective dell’ispettore Stefano Laurenzano, tra il 2019 e il 2020, avevano cristallizzato le prove d’una frenetica attività di traffico e spaccio d’ogni tipo di sostanza stupefacente tra la piazza rossanese Bernardino Le Fosse e le piazze coriglianesi Giovanni Paolo II e Portofino, quest’ultima la frequentatissima piazza della movida estiva cittadina, che, col suo nome, ha “battezzato” l’intera operazione anti-droga.
La sentenza e le singole condanne
Il giudice ha ritenuto colpevoli:
Amedeo Ionfrida, 43 anni, coriglianese, che ha patteggiato la pena di 2 anni e tre mesi di reclusione;
Mario Filadoro, 26 anni, coriglianese, condannato a 3 anni e quattro mesi;
Pierluigi Filadoro, 33 anni, coriglianese, 4 anni;
Gianluca Abate, 35 anni, rossanese, 4 anni;
Vincenzo Aquino, 39 anni, coriglianese (nella foto d’apertura), 4 anni e dieci mesi;
il figlio, Pasquale Aquino, 20 anni, coriglianese, 3 anni;
Giovanni Scura, 30 anni, rossanese, 1 anno;
Giuseppe De Patto, 30 anni, coriglianese, 2 anni;
Aquino ed Abate sono stati assolti da alcuni dei numerosi capi d’imputazione che gli venivano contestati.
Il padre del “Vitello” ammazzato una settimana fa
Vincenzo e Pasquale Aquino, padre e figlio, sono figlio e nipote di Pasquale Aquino, il 57enne ucciso in un agguato a colpi di pistola martedì 3 maggio scorso sul marciapiede davanti casa sua a Schiavonea.
Vincenzo Aquino, soprannominato “Il vitello”, è ritenuto da inquirenti e giudici il capo della rete di spacciatori smascherata a fine settembre dalla polizia. Che, nel corso delle indagini, proprio nella loro abitazione aveva installato di nascosto telecamere e microfoni per la registrazione d’intercettazioni video-ambientali, con una telecamera che sorvegliava e registrava tutto ciò che accadeva sul balcone dell’abitazione e davanti al portone d’ingresso della palazzina condominiale ove padre e figlio risiedono.
A dicembre a Vincenzo Aquino erano stati concessi gli arresti domiciliari nell’abitazione dell’adesso defunto padre (nella propria abitazione era già detenuto ai domiciliari suo figlio), ma a febbraio i poliziotti l’avevano riportato in carcere, dopo averlo sorpreso a continuare a spacciare droga dalla finestra posta a pianterreno della stessa abitazione paterna. direttore@altrepagine.it