CASSANO JONIO – Sono venuto a conoscenza dalla stampa, nel mese di giugno scorso, di essere indagato per una violenza privata (art. 610 c.p.) (Inchiesta anti-‘ndrangheta “Athena”: indagati l’ex vicesindaco di Cassano Mimmo Lione e il presidente del Cassano Calcio Varca) dove persona offesa sarebbe un dipendente di una società nella quale, tra l’altro, non ho avuto alcun ruolo amministrativo e/o altro.

Nonostante mi sia dimesso da subito dalle cariche che ricoprivo, ivi compresa quella di amministratore della società che gestiva le Terme Sibarite, apprendo che è stata comminata lo stesso, dal Prefetto alla società in questione, l’interdittiva a cui fate riferimento nel Vostro articolo dello scorso 12 settembre (‘Ndrangheta a Cassano: interdittiva del prefetto alla società di Mario Varca nelle Terme Sibarite).

Personalmente, ad oggi nessun atto ufficiale mi è stato notificato dall’Ufficio di Procura di Catanzaro. 

Attendo di potermi difendere dalle accuse che, sin d’ora, posso affermare essere totalmente infondate, come sarà acclarato in un eventuale regolare processo innanzi alla Magistratura Giudicante. 

Nel contempo, però, sono bersaglio di notizie giornalistiche, come nel Vostro caso, che riportano la mia fotografia sotto la scritta a caratteri cubitali “’Ndrangheta a Cassano: …” lasciando intendere al lettore che il soggetto raffigurato nella foto, cioè il sottoscritto, sia uno ‘ndranghetista di Cassano. 

Per tutto quanto fatto nella mia vita, il mio nome, la mia immagine e la società di cui ero amministratore, non possono essere accostati al termine ‘ndrangheta, né il reato per il quale risulterei indagato (art. 610 c.p.) legittima tale accostamento. 

Nella mia vita ho sempre lavorato con immane sacrificio quotidiano cercando di migliorare la terra in cui vivo, dando lavoro, e avviando attività che fino ad ora, e sottolineo fino ad ora,  hanno riscosso un discreto successo dando lustro alla Calabria. 

Non è pensabile che possa continuare a subire mediaticamente quello che sto subendo fino a quando la Giustizia farà il suo corso, fermo restando il vostro fondamentale diritto costituzionale di informazione e di cronaca nel rispetto del principio di verità della notizia.

Distinti saluti, Mario Varca

Nota del Direttore

Egregio Signor Varca, il Suo nome ci risultava a giugno, come ci risulta tuttora, tra gl’indagati di un’inchiesta anti-‘ndrangheta condotta dai magistrati della Procura distrettuale Antimafia di Catanzaro, denominata “Athena” e riguardante la città di Cassano Jonio.

Sarà premura dei Suoi certamente ottimi avvocati difensori di fare emergere, nel procedimento giudiziario in corso, ogni sua eventuale ragione in merito al capo d’imputazione formulato nei Suoi confronti. Non è questa, però, la sede a ciò deputata, bensì, come Lei ben sa, il tribunale.

Come sa altrettanto bene che noi ci occupiamo di cronaca, e che, nelle ultime spiacevoli occasioni in cui ci è toccato d’occuparci della Sua persona, abbiamo semplicemente svolto il nostro lavoro come da Lei stesso evidenziato nelle ultime righe della Sua nota.

Con viva cordialità, Fabio Buonofiglio direttore@altrepagine.it

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