Il cassanese Selvaggi e il rossanese Stamato tornano in libertà, il trebisaccese Di Gioia resta ai domiciliari in attesa d’un nuovo riesame

CASTROVILLARI – Otto anni di carcere, interdizione perpetua dai pubblici uffici, pagamento delle spese processuali e risarcimento di 10 mila euro nei confronti di una delle vittime.

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Castrovillari, Rosamaria Pugliese, su richiesta del pubblico ministero Veronica Rizzaro, ha severamente condannato il 26enne di Cassano Jonio Francesco Abbruzzese detto Cicciotto (nella foto a sinistra), imputato, assieme ad altri, per il tentato omicidio di due ragazzi d’origine africana vittime d’un pestaggio a sangue e a colpi di spranga la sera del 19 giugno dell’anno scorso nel centro di Cassano.

Il processo nei confronti di Cicciotto è stato celebrato col rito abbreviato.

Per il 24enne cassanese Vincenzo Donato, suo ritenuto complice, il gup Pugliese ha rigettato la richiesta di patteggiamento perché ritenuta non congrua.

Per Donato e per gli altri 3 indagati – il 23enne Luigi Pio Gagliardi, il 19enne Mattia Selvaggi e il 35enne Leonardo detto Nino Abbruzzese (nella foto a destra), tutti cassanesi -il processo non è ancora finito.

Cicciotto e Nino Abbruzzese sono entrambi esponenti della famiglia di ‘ndrangheta degli zingari cassanesi di stanza nel famigerato quartiere di Timpone rosso alla frazione di Lauropoli, ed entrambi indagati nella maxi-inchiesta anti-‘ndrangheta “Athena(leggi QUI) condotta dai magistrati della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro.

Nino, detto anche Castellino, assicurato alla giustizia e rinchiuso in carcere dopo alcuni mesi di latitanza trascorsi a Bari (leggi QUI) proprio nei giorni scorsi è stato assegnato al regime carcerario duro previsto dall’articolo 41-bis della legge sull’ordinamento penitenziario.

Il drastico provvedimento adottato dal ministro della Giustizia nei suoi confronti su richiesta dei magistrati della Procura Antimafia catanzarese, è già il quarto riguardante esponenti della stessa famiglia Abbruzzese, succedutisi, secondo le accuse, alla “reggenza” della famiglia (leggi QUI e QUI) oggi alleata della famiglia ‘ndranghetista cassanese dei Forastefano assieme alla quale hanno dato vita a una “supercosca” operante in tutto il comprensorio della Sibaritide.

Sempre nell’ambito della maxi-inchiesta “Athena, nei giorni scorsi è tornato in libertà dopo mesi d’arresti domiciliari, il 49enne cassanese Lorenzo Pietro Selvaggi, accusato d’usura aggravata dal metodo mafioso.

A rimetterlo in libertà, i giudici del Tribunale del riesame di Catanzaro, i quali, nel provvedimento, hanno comunque sostenuto la gravità indiziaria rispetto al capo d’imputazione contestato:

«nel pretendere indebitamente, a fronte dell’elargizione di un prestito dell’importo di 2mila euro, la corresponsione di interessi in misura superiore a quella legale, domandando la consegna di complessive 7mila euro, il tutto garantendosi la restituzione delle somme prestate, non solo mediante il trattenimento del libretto postale della persona offesa, ma anche mediante la minaccia di far intervenire nella vicenda gli “zingari di Lauropoli”».

La suprema Corte di Cassazione, invece, ha annullato le ordinanze di custodia cautelari nei confronti di altri due indagati di “Athena”, il 29enne Emmanuel Stamato residente allo Scalo rossanese di Corigliano-Rossano e il 34enne Davide Giuseppe Di Gioia residente a Trebisacce:

il primo – accusato di ricettazione d’armi da fuoco per conto della “supercosca” – era assegnato agli arresti domiciliari e dunque è tornato in libertà, il secondo, accusato di traffico di droga, resta invece detenuto agli arresti domiciliari, ma il Tribunale del riesame di Catanzaro dovrà vagliare nuovamente la sua posizione cautelare. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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