CORIGLIANO-ROSSANO – Mi scuso se intervengo su un argomento che non dovrebbe riguardarmi, in quanto coriglianese residente in altro loco, ma, come voi sapete, coriglianesi si rimane per tutta la vita, anche se la stragrande maggioranza di questa vita la passi fuori da Corigliano.

Dottor Buonofiglio, mi concederà un piccolo intervento, né a favore né contro qualcuno, ma qualche piccola osservazione, da esterno.

Da un lato ho riso, ma dall’altro mi sono preoccupato. Su AltrePagine viene pubblicata una lettera in cui si parla di «Uomo ombra» del sindaco Stasi (leggi QUI), a cui, con argomentazioni corrette, risponde il dottor Caracciolo (leggi QUI), che, a sua volta, l’autore della prima lettera lo “infilza” perchè, seppur non nominato, il dottor Caracciolo se ne risente (leggi QUI).

Questi i fatti che ho capito, ma il riso e la preoccupazione derivano dal fatto che l’autore della lettera non si palesa, non viene citato come autore della lettera, cioè rimane anonimo, “ombra” (uomo o donna ombra?).

Quindi, dalla lettura della lettera, scaturiscono due o tre osservazioni, che, se mi consentite, vorrei fare.

La prima:

si può rimproverare ad uno un difetto che è proprio del rimproverante?

Cioè, per esempio, se io sono ubriaco duro, posso rimproverare uno che sta bevendo un bicchiere di vino?

Se io non mi lavo da settimane, posso rimproverare uno che non si lava le mani?

Per cui, uno che rimprovera un ipotetico “Uomo ombra”, può restare anonimo e non palesarsi mai?

La seconda:

nella lettera del nostro anonimo autore, il medesimo si definisce «a fianco dell’Onorevole Straface».

La domanda è:

l’onorevole Straface ha solo “fiancheggiatori”, mentre il sindaco Stasi ha solo “uomini ombra”?

Oppure è possibile che tutti e due siano, da questo punto di vista, sullo stesso piano?

Oppure ancora che, chi vive una condizione di subalternità si convince che tutti siano subalterni a qualcuno?

La terza:

il livello politico. Cerco, da lontano, di capirci qualcosa, ma l’impresa è ardua.

La stampa che mi è messa a disposizione non sempre è sufficiente e i contendenti politici spesso hanno argomentazioni infantili che non aiutano a far crescere la città né socialmente né culturalmente, né economicamente, come questa sull’“Uomo ombra”.

A chi serve una discussione del genere?

A voler denigrare qualcuno, sostenendo che non è in grado di ragionare ed ha bisogno di un suggeritore?

Ma questo può valere per tutti, compresa l’onorevole Straface.

Ogni persona che ha un incarico politico di una certa importanza, si circonda di collaboratori più o meno esperti a cui chiedere consigli o pareri, da quando, tutto ciò, è diventato una cosa esecrabile?

Con simpatia e benevolenza abbraccio tutti, specialmente chi si spende per la città e per la gente.

Anche se vivo altrove, Corigliano è stata e rimarrà per sempre nel mio cuore, ricordando a tutti i politici che un paese è come un corpo umano in cui i singoli abitanti sono le cellule di questo corpo. Se ogni cellula fa il proprio dovere, il corpo cresce sano, robusto e in ottima salute, ma se qualche cellula impazzisce e pensa di campare a scapito delle altre cellule, quel corpo non ha futuro.

Io penso che il populismo becero, la diffusione di rancore e odio, sono il campo fertile per le “cellule tumorali” che ammazzeranno il paese, la città.

Il confronto avvenga sul da farsi, nel massimo rispetto di tutti i partecipanti alla vita politica. Se ciò avverrà, allora possiamo dire che siamo un paese civile.

Grazie per l’ospitalità, con affetto, Mario Esposito

SCRIVICI ANCHE TU: direttore@altrepagine.it

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