Tutt’e 5 saranno giudicati in Corte d’Assise a Catanzaro dal 23 aprile. Concluse le indagini sull’omicidio Sacchetti: chiesto il rinvio a giudizio per “Compa’ Roccu” e “Occhi di ghiaccio”

CATANZARO – La Procura distrettuale Antimafia di Catanzaro ha chiesto e ottenuto, dal giudice per le indagini preliminari, il processo con giudizio immediato per il 69enne boss di ‘ndrangheta Rocco Azzaro detto Compa’ Roccu, coriglianese di Corigliano-Rossano (foto), del boss 54enne di Cirò Marina Giuseppe Spagnolo detto ‘U banditu, del “compare” 74enne Giuseppe Nicastri, anch’egli cirotano, del 44enne “pentito” Nicola Acri, l’ex superboss rossanese soprannominato Occhi di ghiaccio, e del “pentito” 56enne coriglianese Ciro Nigro, ex “uomo di punta” ed “azionista” della ‘ndrangheta di Corigliano-Rossano.

Tutt’e cinque sono imputati per l’omicidio del 34enne Salvatore Di Cicco detto Sparami ‘npiettu, boss di Sibari, ammazzato il 1° settembre del 2001 in una zona di campagna a Torretta di Crucoli, nel Cirotano, il cui cadavere, una volta compiuto l’omicidio, venne fatto sparire, sotterrato da una ruspa in un terreno dove oggi insiste un agriturismo.

Giuseppe Spagnolo

Tutt’e cinque dovranno comparire, per la prima udienza del processo, il 23 aprile prossimo al cospetto dei giudici della Corte d’Assise di Catanzaro.

Giuseppe Nicastri

Il 16 ottobre dello scorso anno, Azzaro, Spagnolo e Nicastri erano stati attinti da un’ordinanza applicativa di misure cautelari in carcere per l’omicidio Di Cicco (dei tre, il solo Spagnolo era già detenuto per altri reati di stampo mafioso), dopo l’attività d’indagine e di riscontro effettuata dai carabinieri del Reparto operativo speciale a seguito delle confessioni dei due collaboratori di giustizia Acri e Nigro (entrambi già condannati all’ergastolo e detenuti per altri omicidi) ai magistrati della Direzione distrettuale Antimafia catanzarese.

Per Azzaro – già condannato definitivo per associazione mafiosa, ma libero da sei anni prima dell’arresto di cinque mesi fa – s’è trattato d’una doppia ordinanza cautelare in carcere:

il boss coriglianese è accusato non solo d’essere stato uno dei mandanti dell’omicidio Di Cicco, ma anche d’essere stato tra i partecipi dell’omicidio del 29enne pregiudicato rossanese Andrea Sacchetti, ammazzato il 5 febbraio del 2001, sette mesi prima del boss di Sibari e come lui fatto sparire sottoterra all’interno di un’azienda agricola ubicata nella zona rurale tra la frazione Cantinella di Corigliano-Rossano e contrada Lattughelle di Sibari (’Ndrangheta nella Sibaritide: Di Cicco ammazzato perchè «parlava con gli sbirri», Sacchetti ucciso e poi «frantumato per disperderne i resti»)

Le due vittime: Di Cicco e Sacchetti

Dell’omicidio Sacchetti sono indagati Azzaro e il “pentito” Acri che per entrambi i fatti di sangue s’è autoaccusato, come il “pentito” Nigro s’è autoaccusato d’avere preso parte all’omicidio Di Cicco, rivelando ai magistrati antimafia pure una serie d’agghiaccianti particolari di sua conoscenza diretta e indiretta relativi all’omicidio Sacchetti (’Ndrangheta nella Sibaritide: ecco l’azienda agricola dove fu ammazzato e sotterrato Andrea Sacchetti).

I due collaboratori di giustizia Nigro e Acri

Per l’omicidio Sacchetti la Procura Antimafia di Catanzaro ha già emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, con la richiesta di rinvio a giudizio dei due indagati, e presto verrà fissata l’udienza preliminare.

Azzaro è difeso dagli avvocati Francesco Paolo Oranges ed Enzo Belvedere, Spagnolo dagli avvocati Mario Saporito e Gianni Russano, Nicastri dall’avvocato Mario Bombardiere, Acri dall’avvocato Maria Mele, Nigro dall’avvocato Annalisa Pisani. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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