L’imputato, detenuto in carcere da otto mesi, era presente in aula. Nelle prossime udienze sfileranno i primi testimoni citati dalla pubblica accusa
COSENZA – È cominciato questa mattina davanti ai giudici della Corte d’Assise di Cosenza (presidente Paola Lucente, a latere Marco Bilotta) il processo per l’omicidio di Cosimo Costa, il 49enne fruttivendolo coriglianese deceduto il 19 settembre dell’anno scorso dopo tre mesi di sofferente agonia a seguito d’un violentissimo drammatico pestaggio a sangue che aveva subito nel precedente mese di giugno, riducendolo quasi in fin di vita, poi rivelatosi tragico.
Unico imputato alla sbarra è il 44enne pregiudicato coriglianese Salvatore Lagano (foto), presunto autore principale di quella che fu una vera e propria “spedizione punitiva” (Ammazzato di botte per un debito di 10 mila euro?) in concorso con almeno altre due persone che al momento risultano soltanto indagate e a piede libero (Spuntano altri due indagati), mentre Lagano da otto mesi è detenuto in carcere. Stamane, dal penitenziario di Castrovillari ov’è recluso, è stato tradotto nell’aula d’Assise cosentina.
La vittima
La pubblica accusa nel processo è incarnata dal pubblico ministero Veronica Rizzaro della Procura di Castrovillari, Lagano è difeso dagli avvocati Giuseppe Vena del foro di Castrovillari e Giuseppe Bruno del foro di Paola, mentre si sono costituiti parti civili i familiari di Costa, assistiti e difesi dall’avvocato Pasquale Pellegrino del foro di Castrovillari.
Le indagini che avevano portato all’individuazione e all’arresto dell’odierno imputato, coordinate dai sostituti procuratori di Castrovillari Rizzaro e Flavio Serracchiani, erano state condotte “sul campo” dai carabinieri in forza alla Sezione operativa del Reparto territoriale di Corigliano-Rossano diretto dal tenente colonnello Marco Filippi, che s’erano avvalsi da attività di intercettazione telefonica e ambientale.
Nelle prossime udienze, previste per l’11 e il 24 aprile prossimi, sfileranno per essere interrogati dalle parti davanti ai giudici dell’Assise cosentina, i primi testimoni citati dal pm Rizzaro, nelle persone di tre sottufficiali dei carabinieri che avevano condotto le indagini e della sorella del povero Cosimo Costa. direttore@altrepagine.it